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Scafati. Ultimo, il capitano che arrestò Riina, ospite dell’IC Samuele Falco.

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L’iniziativa dell’Istituto Comprensivo statale “Samuele Falco” di Scafati non solo ha offerto agli studenti l’opportunità di apprendere dalla straordinaria esperienza di un uomo che ha dedicato la sua vita alla giustizia, ma ha anche incoraggiato la riflessione sulla storia tragica e sulle strategie adottate per contrastare il male. L’incontro ha infuso speranza e ha ispirato gli studenti a impegnarsi per un futuro migliore, basato sulla solidarietà e sul rispetto della legalità. Protagonisti i bambini di quinta Primaria della Falco e del 3°Circolo Didattico di Scafati.

“La mafia è una creazione umana e come tale può essere combattuta, con i mezzi adeguati e le risorse giuste. Con l’impegno di tutti per la legalità, prima o poi sarà sconfitta”. Sono le parole di Sergio Di Caprio, alias “Il capitano Ultimo”. Il colonnello dei Carabinieri – che nel 1993 ha guidato lo storico arresto del boss dei boss della mafia, “la belva” Totò Riina, e che da allora vive sotto scorta – è stato ospite della comunità scolastica dell’Istituto Comprensivo statale “Samuele Falco” di Scafati, il giorno mercoledì 7 febbraio.

Condannato a 26 ergastoli per innumerevoli omicidi, Riina è stato il mandante della strage del 23 maggio 1992, in cui Giovanni Falcone fu straziato da centinaia di chili di tritolo, insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Nemmeno 2 mesi dopo, Domenica 19 luglio 1992, ci fu sempre lui a capo della cupola mafiosa che ha ordinato l’uccisione del giudice Paolo Borsellino, in via D’Amelio, insieme ai cinque agenti di scorta: Emanuela Loi (prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio), il capo-scorta Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Eddie Walter Cosina e Claudio Traina. Poi ci furono le bombe che ebbero come obiettivo il patrimonio artistico italiano, uccidendo in totale dieci persone (tra cui due bambine) e causando un centinaio di feriti. A ordinare il massacro fu ancora Totò Riina.

 

Latitante da quasi un quarto di secolo, sulle sue tracce si mise un pugno di uomini intelligenti, coraggiosi, professionisti della squadra speciale dei carabinieri del ROS. A guidarli una persona straordinaria, che ha scelto come nome d’azione Ultimo, in segno di umiltà. Incalzato dal giornalista e docente Paolo Romano, il colonnello di Caprio ha raccontato il  dietro il quinte dell’indagine che nel 1993 portò all’arresto del boss malavitoso.

 

“Per noi è stato un grande onore poter ospitare una persona di così grande levatura morale e allo stesso tempo così umile – spiega il dirigente scolastico dell’Ics Falco, Domenico Coppola – l’intera comunità scolastica, in un appuntamento aperto anche alla cittadinanza, ha potuto così riflettere sulla nostra storia tragica più recente ma anche sulle strategie messe in atto per fronteggiare la malavita. Con le sue iniziativa solidali, Ultimo continua ad offrire prospettive possibili di risoluzione dei conflitti. Per questo, parafrasando il suo nome, abbiamo inteso titolare questa nostra giornata: ultima è la speranza”. Rispondendo alle numerose domande degli alunni (talmente tante che si è dovuto fermare la fila), Ultimo si è soffermato poi sui temi dell’inclusione e della legalità, presentando la sua comunità alle porte di Roma, la Casa Famiglia “Volontari Capitano Ultimo”, che accoglie Rom, extracomunitari, minori non accompagnati in disagio e altri “ultimi”. Il colonnello dei Carabinieri ha poi ricevuto in dono un quadro originale realizzato da Maria Barbato, studentessa della Falco e un Pulcinella d’artista donato dal Rotary.

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