Skip to content

Scafati Basket. Intervista esclusiva ad Alessandro Gentile: “Sogno di tornare in Eurolega”.

Pubblicato il

Alessandro Gentile è stato l’ultimo colpo di mercato della Givova Scafati. Ala di 2 metri di altezza per 100 kg di peso, Gentile ha notevoli qualità di palleggiatore e penetratore. Ha dimostrato nel corso della sua carriera di avere una forte personalità che gli consente di assumersi responsabilità importanti nel corso della gara. Lo abbiamo intervistato prima di un allenamento presso la palestra Exclusive.

Alessandro, come nasce la tua passione per il basket?

Sicuramente il fatto di avere mio padre che giocava a basket a livello professionistico ha molto influito. Devo dire però che, mentre mio fratello Stefano ha iniziato presto a giocare a basket, io all’inizio volevo fare altri sport. Poi quando siamo tornati a Caserta ed ho visto il modo in cui mio padre è stato accolto dal pubblico, questa cosa qui mi ha fatto scattare dentro la voglia di provare ad emularlo.

Dove hai cominciato a giocare?

La prima volta è stato a Udine, quando mio padre giocava lì. Poi ci siamo trasferiti in Campania e quindi ho iniziato il minibasket a Maddaloni.

Da giovanissimo però sei subito stato chiamato da società importanti

Dopo tre anni a Maddaloni mio padre ha smesso di giocare ed ha iniziato a fare l’allenatore, perciò ci siamo trasferiti ad Imola. Ho giocato un anno alla Virtus Bologna e dopo sono andato a Treviso dove ho terminato la trafila delle giovanili.

Quindi qual è stato il tuo primo anno da professionista?

È stato a Treviso. Anche se ero ancora under ero aggregato in prima squadra dove riuscivo a giocare anche 10 minuti.

Quand’è che da giovane sei passato “titolare”?

L’anno dopo ho cominciato a essere un giocatore importante nella squadra, avevo 17 – 18 anni.

E dopo Treviso dove hai giocato?

Dopo Treviso sono andato a Milano. Ho fatto cinque stagioni a Milano raggiungendo grossi traguardi ed anche se ero ancora molto giovane ho avuto molte responsabilità.

Come mai poi ti sei allontanato da Milano?

Diciamo che ci sono stati dei problemi interni. Di queste cose si è parlato pure troppo e probabilmente tante cose non coincidevano con la verità dei fatti. Ripensandoci adesso, avrei dovuto prendere la decisione di andare via già l’estate prima. Alla fine sono rimasto per una scelta affettiva, ma le cose non sono andate per il verso migliore.  Dopo Milano ho fatto qualche mese ad Atene al Panathinaikos. E poi ho chiuso la stagione in Israele, con l’Hapoel Gerusalemme.

Dopo sei andato alla Virtus Bologna, giusto?

Sì, l’anno dopo, ho fatto la prima stagione del ritorno in seria A della Virtus. Dopo sono passato all’Estudiantes Madrid, e poi all’Aquila Trento. A giugno 2021 sono stato ingaggiato dalla Openjobmetis Varese dove sono rimasto fino al gennaio successivo, quando ho stipulato un contratto con la Happy Casa Brindisi ed infine, dopo l’infortunio, ho giocato con l’Apu Udine.

Raccontaci un ricordo bello ed uno brutto della tua carriera.

Sono tanti, per fortuna. Sicuramente il primo scudetto a Milano è stato speciale perché è stato il primo della gestione Armani dopo 18 anni dal precedente tricolore. Ero il capitano della squadra, cosi come mio padre era stato l’ultimo capitano dello scudetto del 96. Quindi c’è stata una concatenazione di eventi che ha reso questo scudetto particolare. Quelli meno belli sicuramente riguardano le sconfitte e gli infortuni.

Nomina uno o più allenatori che hanno particolarmente influito sulla tua crescita tecnica

Credo che ognuno degli allenatori che ho avuto mi ha dato qualcosa. Sicuramente a livello professionistico nomino Luca Banchi, Aleksandar Đorđević e Jasmin Repeša, ma ho avuto tanti ottimi allenatori.

Adesso cita un giocatore che ti ha particolarmente colpito per le caratteristiche tecniche

Questa domanda è ancora più difficile della precedente, penso sia impossibile sceglierne solamente uno. Direi, da avversari, Vasilīs Spanoulīs e Dīmītrīs Diamantidīs, come compagni di squadra Keith Langford, che era la guardia americana che avevamo a Milano e anche Danilo Gallinari e Marco Belinelli in nazionale. Ho avuto la fortuna di avere tanti compagni molto forti.

Non abbiamo ancora parlato della Nazionale. Hai ben 71 presenze con la maglia dell’Italia.

Sicuramente giocare per rappresentare il proprio Paese è un’emozione bellissima. Ho avuto la fortuna di farlo fin da giovane. Ho partecipato, infatti, a tutti gli europei giovanili e poi ad un campionato europeo senior, a un mondiale, ad un torneo pre olimpico e quindi posso affermare che tutte le partite con la nazionale sono un po’ speciali. Chiaramente dispiace non essere riusciti a portare a casa un risultato importante, però rimane il bel ricordo delle estati passate insieme a lavorare e a crescere.

Il sogno nel cassetto di Alessandro Gentile.

In questo momento mi piacerebbe riuscire a tornare a giocare in Eurolega.

Sei da pochissimo qui a Scafati. Quali sono le tue prime impressioni?

Sono molto fiducioso e convinto che abbiamo creato un team di grande talento. Chiaramente siamo all’inizio e bisognerà capire come mixare questo roster fatto di giovani e di veterani. Però credo che le premesse sono molto buone.

In bocca al lupo Alessandro

Piervincenzo Costabile

***

Questo articolo è stato pubblicato anche sulla rivista mensile cartacea, disponibile gratuitamente in tutti i punti di distribuzione della città di Scafati.

Storia

Sport