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Scafati. Casse comunali ko, vendite mancate e tributi non pagati nel mirino

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Il Collegio dei Revisori dei Conti nella sua ultima relazione avvisa il comune di Scafati e il proprio stato economico. Il piano di riequilibrio pluriennale è tornato a essere oggetto di discussione, mettendo in luce alcune criticità legate al periodo commissariale e alla mancata vendita di diversi beni di proprietà pubblica. Questi fattori potrebbero mettere a rischio la futura variazione di bilancio, che ammonta a circa 2,5 milioni di euro. Scelte scellerate potrebbero infatti portare il comune al default definitivo, ma l’amministrazione è pronta ad un piano per aumentare vertiginosamente le entrate di palazzo Mayer

Questa settimana sarà cruciale per il terzo mandato del sindaco Pasquale Aliberti, poiché si presenterà due volte in assise per cercare di accelerare le progettazioni politiche del governo cittadino. La maggioranza ha l’obiettivo di sbloccare diverse somme di denaro per avviare nuovi cantieri e progetti, ma il Collegio dei Revisori dei Conti, guidato dal presidente dott. Pietro Miraldi e affiancato dai dott. Vincenzo Carullo e Gianluigi Iovane, sta frenando le ambizioni del sindaco.

Nel 2019, l’amministrazione precedente firmò il piano di riequilibrio per evitare il dissesto economico dell’ente, ma alcune clausole non sono state completamente rispettate. In particolare, la mancata vendita di diverse proprietà pubbliche, come le cinque farmacie comunali presenti sul territorio, sta condizionando il futuro finanziario del comune. Tra i beni alienabili dell’ente figurano anche diverse strutture, tra cui lo stadio comunale “Giovanni Vitiello”, ma la maggior parte di esse non ha ancora beneficiato di avvisi pubblici o simili. In ultima la condizione tributaria dell’ente, che incassa mediamente meno del 50% delle entrate previste per tariffe come TARI, COSAP etc etc, con buchi milionari annuali a cui dover sopperire.

L’amministrazione Aliberti dovrà gestire questa situazione con una strategia ben definita. L’idea di governo è quella di rivalutare alcuni possedimenti, come le Farmacie Comunali, prima di procedere con eventuali vendite. Inoltre, il vero risparmio ottenuto finora è stato grazie alla riduzione del personale in forza, che è diminuito del 30% dal 2018 al 2022, portando la pianta organica a contare 110 dipendenti. L’obiettivo è esternalizzare quindi gran parte dei servizi, come per la riscossione coattiva dei tributi, recuperando così gran parte dei crediti milionari dell’ente.

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