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Seviziarono e uccisero un loro connazionale marocchino che li aveva ospitati in casa nel febbraio del 2016. La Corte di Cassazione ha messo la parola fine alla vicenda confermando la condanna a 24 anni per Hamza e Imad Essabri, due fratelli, responsabili dell’omicidio di Mohammed Azzam. Secondo quanto riportato da Il Mattino, la difesa aveva presentato quasi 40 motivi di ricorso, tutti rigettati dalla Corte di Cassazione, con i quali aveva sostenuto diverse irregolarità – in gran parte fondate sugli elementi indiziari raccolti in fase d’indagine dai carabinieri – così come testimonianze e assenza di movente. I giudici hanno invece parlato di “rigorosa analisi critica”, richiamando il giudizio d’appello, totalmente “convergente in un quadro probatorio unitario, univocamente dimostrativo della responsabilità degli imputati“.
La vittima – secondo le accuse – fu pestata a sangue a San Pietro, in casa sua, a Scafati. Sarebbe stata anche legata e seviziata. Morì due giorni dopo, a causa delle ferite. Gli imputati furono arrestati a Torino, in un centro d’accoglienza, pronti a fuggire all’estero. Tra gli elementi indiziari raccolti dai carabinieri, anche una sim intestata alla vittima inserita nel cellulare di uno dei due imputati. Azzam aveva 37 anni. Uno dei due imputati restò anche ferito nel corso del pestaggio, fratturandosi un piede. Decisivo anche questo elemento, riscontrato in un ospedale a Torino, dove i due si erano recati.
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