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Givova Scafati Basket, conosciamoli meglio: Alessandro Rossi

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Il nuovo coach di Scafati è Alessandro Rossi, gli abbiamo rivolto alcune domande prima della conferenza stampa di presentazione dello sponsor Givova

Cominciamo con lo scoprire come è nata la passione per il basket.

Ho cominciato fin da bambino a frequentare l’ambiente del Napoli Basket, fondamentalmente da tifoso non da giocatore. Poi pian piano si è sviluppata la passione per questo sport anche se non l’ho mai praticato a livello agonistico.

E quindi tutto è cominciato a Napoli?

Si, ho iniziato a 18 anni a fare i primi corsi con la Fip, poi nel 2005 il Napoli Basket, dell’allora avvocato Maione, stava ristrutturando il settore giovanile e fui chiamato come uno dei giovani allenatori di quel nuovo progetto perché uscente dai corsi regionali, perciò tutto è partito da lì. Dal 2005 praticamente al 2012 sono stato a Napoli, prima con il Napoli Basket poi col Vivi Basket Napoli di Roberto Di Lorenzo, e poi nel 2013 sono andato a Rieti dove ho disputato due campionati di Serie B (con una promozione), due anni in A2 sempre da assistente e poi quattro anni da capo allenatore.
Si tratta di una carriera già piuttosto consistente. Sono 16 anni.

Siamo curiosi di capire se c’è stato un allenatore che ha influito maggiormente nella tua crescita tecnica.

Diciamo che ho cercato di prendere un pò tutte le cose che mi piacevano dei vari allenatori che ho avuto la fortuna di seguire. Non ce n’è uno in particolare ma certamente il mio mentore, quello che mi ha formato, è stato Roberto Di Lorenzo. Diciamo che la figura di riferimento soprattutto nella prima parte della mia carriera cestistica è stata lui. Poi ho conosciuto comunque allenatori importanti come Piero Bucchi, Andrea Mazzon, Attilio Caja che sono stati a Napoli nel corso delle varie stagioni sportive e da tutti loro ho tratto ispirazione.

Un ricordo bello e uno brutto della carriera
fino ad adesso.

Ho più di un ricordo bello, forse il più bello è stato l’anno dove con Rieti siamo stati ad un passo per ottenere una clamorosa promozione contro Virtus Roma e Capo d’Orlando, però siamo stati purtroppo fermati solo da un infortunio del nostro playmaker titolare americano. Abbiamo lottato sempre testa a testa ed avevamo addirittura vinto tutti gli scontri diretti con Roma e poi il sogno si è infranto sul più bello. Il ricordo brutto è sicuramente quello di aver dovuto abbandonare, per cause di forza maggiore, la serie A2.

C’è qualche giocatore che hai allenato e con il quale hai avuto un feeling particolare?

Sinceramente ho avuto ottimi rapporti con tutti. Pochissimi sono quelli con cui ho avuto rapporti problematici o conflittuali quindi da questo punto di vista umanamente faccio fatica a individuarne uno solo. Ecco se devo dirti un giocatore che potrebbe essere stato veramente importante è Angelo Gigli perché io ero subentrato all’epoca a Rieti da capo allenatore alla quinta giornata e lui da giocatore super esperto con un curriculum incredibile mi ha permesso di lavorare bene aiutandomi all’interno dello spogliatoio (non era affatto tenuto a farlo) e non solo, facendomi sentire assolutamente a mio agio in quello che facevo. Quindi Gigli è stata una persona che secondo me ha avuto dei valori umani altissimi. Dunque lui forse, a livello personale, è una persona che mi rimarrà sempre nel cuore.

Qual è il sogno cestistico di Alessandro Rossi?

Diciamo che non ho un sogno a lungo termine perché non me lo sono prefissato. Questa opportunità di Scafati in questo momento è il mio sogno cioè il mio sogno è quello che sto vivendo adesso perché comunque sono arrivato a 38 anni ad allenare in Serie A2 una delle società tra le più importanti d’Italia del panorama di A2, che si trova inoltre vicino casa mia, quindi con un qualcosa a livello emotivo differente rispetto alle precedenti esperienze. In questo momento il mio sogno si chiama Scafati.

Abbiamo introdotto l’argomento Scafati e quindi parliamo della squadra.E’ una squadra con grande etica del lavoro e una squadra che lavora come non ho forse mai avuto la fortuna di avere perchè è estremamente allenabile. Non è la squadra più esperta del campionato ma è una squadra lunga di grande energia, di grande etica e di grande cuore. I limiti al momento non sono ancora chiari e lo scopriremo sul campo.

Sei sposato? E dove vivi adesso?
Sono sposato ed ho due figli e viviamo tutti a Scafati. All’inizio mi era stato chiesto, essendo di Napoli, se magari pensavo di scegliere di stare a casa mia ma sono venuto qua anche per integrarmi al 100% con questa la realtà.

Raccontaci le prime impressioni sulla città e la società
Mi trovo bene, so che le aspettative sono importanti, so che qui c’è sempre molta ambizione come è giusto che sia. Però ho trovato comunque una struttura solida, un club che lavora con cognizione di causa dove ogni persona sa qual è il suo compito e lo svolge al meglio possibile, ho trovato un ambiente che è buono per me e per potermi esprimere e allenare. Ci troviamo benissimo in città anche con i bambini che vanno a scuola e si stanno già integrando.

In bocca al lupo coach.

Piervincenzo Costabile

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