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INQUINAMENTO E DEGRADO AMBIENTALE A SCAFATI Intervista al dottor Alberto Voccia

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Una lunga e consolidata esperienza in materia di agro-alimentare acquisita sul campo, oltre che attraverso lo studio, negli anni di servizio nel disciolto Corpo Forestale dello Stato. Confluiti nell’Arma dei carabinieri, oggi riveste l’incarico di vice comandante del nucleo investigativo dei carabinieri forestali di Napoli che si occupa di tutela Ambientale ed Agro alimentare, combattendo le ecomafie ed agromafie. Alberto Voccia, scafatese, una laurea in Giurisprudenza con tesi sulla “Sicurezza alimentare e la tutela degli interessi del consumatore di alimenti nel diritto comunitario“, un’abilitazione all’esercizio della professione d’avvocato, ha partecipato ad importanti indagini investigative a carico delle amministrazioni pubbliche ed è profondo conoscitore delle problematiche ambientale della cosi detta “Terra dei Fuochi”. E’ stato diretto collaboratore del generale Sergio Costa, attuale Ministro dell’Ambiente, ed ha tenuto molteplici interventi didattici-educativi sull’argomento. Nel corso degli anni ha svolto numerose attività parallele mirate alla formazione di studenti e di colleghi su tematiche miranti alla responsabilizzazione del cittadino di cui è fermamente convinto che educare il cittadino sia la chiave per il miglioramento della società in cui viviamo.

Voccia rappresenta il punto di riferimento di tante associazioni di volontariato che si occupano di tutela ambientale, e riveste la carica di segretario dell’Associazione Nazionale Forestali.  In questa veste lo abbiamo incontrato ed intervistato.  In questi mesi è ritornata l’attenzione sul degrado ambientale ed inquinamento nel territorio di Scafati, un ambiente ormai compromesso da molti fattori, da non escludere anche quello antropico.

Non è allarmismo, è necessità di informare e svegliare le coscienze della cittadinanza.

Dottor Voccia, ci permetta, partiamo da lontano. Cosa è successo alla “nostra piccola Venezia”, quella decantata da tanti cittadini scafatesi del passato? Oggi non si parla più della “bellezza” ma delle “brutture” ambientali che attanagliano la città. La cosa che riteniamo grave è il fatto che anche su questi argomenti c’è una informazione, diciamo, diffusa e generica. Con lei vorremmo affrontare questi argomenti, tecnicamente, come solo lei può fare. Cosa è successo in campo ambientale a Scafati?Tralasciando le criticità emerse negli ultimi mesi sul servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, immediatamente percepite dal cittadini. In generale invece la situazione è molta più complessa, in parte siamo vittime anche di quello che succede sul pianeta Terra: emissioni di gas serra di origine antropiche che hanno alterato l’equilibrio naturale. Nella nostra Scafati, invece, hanno un impatto pesante sull’ambiente anche le nostre abitudini quotidiane, le attività industriali presenti sul territorio, i consumi domestici ed traffico automobilistico. Tutto ciò ha causato problemi diffusi di salute causati a stili di vita poco attivi. Da anni si parla della salubrità nella città e tanto è stato dedicato, spesso con progetti che hanno consumato risorse destinate a soluzioni poco efficienti. Un ruolo non secondario lo gioca anche il nostro caro fiume Sarno, di cui aspettiamo la conclusione dei progetti che sono in cantiere che ci dovrebbero prospettare una riduzione del forte carico inquinante che attraversa la città di Scafati. Al di là di quello che già è stato programmato una cosa immediata e possibile potrebbe essere il censimento degli scarichi abusivi ed il monitoraggio continuo di quelli autorizzati, potrebbero dare delle risposte immediate. La“piccola Venezia” che ricordano i nostri anziani purtroppo non esiste più, il fiume Sarno, considerato uno dei fiume più inquinato d’Europa, ci ha etichettato e ha ridotto la possibilità di sviluppo e la qualità della nostra vita.

Altro aspetto che non riusciamo a comprendere è questo: si parla di bonifica, come se fosse facile a metterebbe a posto le cose, ma è così?Purtroppo molto spesso le bonifiche sono difficile da farsi e il denaro investito finisce per essere disperso in una miriade di consulenze e progettazioni che alla fine i soldi stanziati non bastano e si perde di vista l’obiettivo principale,ovvero l’individuazione dei responsabili dell’inquinamento.

Esistono soluzioni per lei che limiterebbero i danni fatti e inibiscono i comportamenti delinquenziali in materia ambientale?L’inquinamento è legato a tante cause, da non trascurare quello atmosferico. Prendiamo, ad esempio, il traffico automobilistico a Scafati che rappresenta una delle più importanti fonti d’inquinamento. Ridurlo comporta non solo mettere in atto un piano razionale sulla viabilità con la possibilità di avere mezzi-navetta pubblici per evitare di prendere la propria auto. Tanto per fare un esempio piccolissimo, perché dobbiamo andare in quel determinato ufficio pubblico per il rilascio di un certificato quando la legge ci permette di autocertificarci? Si potrebbero fare infiniti esempi per ridurre l’inquinamento atmosferico. Una riflessione: possiamo comprarci alimenti sani e garantiti, possiamo avere acqua pulita e certificata, ma l’aria che respiriamo? Mi fermo qui e si sappia, però, che lo stile di vita che conduciamo oggi è del tutto incompatibile con l’unico pianeta che abbiamo, ci vorrebbe più educazione e stigmatizzare le cattive abitudini per ridurre gli effetti negativi sull’ambiente. Un comportamento virtuoso porterebbe di certo più decoro per la nostra città e per riscontro avremo meno costi a carico dei cittadini. A pagare carissimo il nostro essere poco sensibili a questi argomenti, saranno i nostri figli se non poniamo rimedio. Mi rendo conto che il tema è complesso ed è difficile da riassumere in una breve intervista. Comunque la mia Associazione a breve haintenzione di organizzare un convegno su questitemi, di cui io sarò uno dei relatori.

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