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GAY PRIDE POMPEI. ECCO TUTTI I VIP: LIBERATO, SCIANEL, BOCCIA, TONY TAMMARO, ECC.

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L’appuntamento è per sabato 30 Giugno 2018 alle ore 15.00 con la partenza da Piazza Falcone Borsellino. Sono attese centinaia di persone che marceranno e sfileranno tra le strade cittadine di Pompei per quello che sembra essere un evento memorabile per la città campana, e non solo.

Tante le persone dello spettacolo, vip, politici che hanno deciso di fornire un supporto, vicinanza e condivisione verso l’evento.

Tra questi vi è Liberato, il cantante napoletano che tanto ha fatto parlare di se per le sua canzoni d’autore e per i suoi show sempre a volto coperto. Nessuno al momento, infatti, conosce la vera identità dell’artista.

Anche Carla Fracci, la ballerina italiana dalla fama internazionale e pluripremiata, ha deciso di essere al fianco dell’organizzazione del Pride di Pompei.

Altra artista del mondo dello spettacolo che si è detta vicina alla manifestazione è Lorella Boccia, ballerina del programma televisivo “Amici” ed ex conduttrice di “Colorado” su Italia 1. È nel cast del film “Step Up- all in” come unica ballerina italiana e partecipa a programmi, sempre in veste di ballerina, come “Tale e quale show”, “Si può fare”, “Sogno e son desto”.

E poi ancora:

Cristina Donadio, attrice italiana attiva al cinema e in tv,che dopo anni di teatro, ha raggiunto il successo televisivo interpretando Scianel nella serie tv Gomorra.

L’ex nuotatore Massimiliano Rosolino, campione olimpico a Sydney nel 2000 e mondiale a Fukuoka nel 2001 nei 200 metri misti.

L’attrice Serena Rossi, che nel settembre 2017 sostituisce temporaneamente Caterina Balivo, in maternità, alla guida del programma pomeridiano Detto fatto di Rai 2, mentre il mese seguente è la protagonista dello show del sabato sera Celebration di Rai 1, accanto a Neri Marcorè. Nel 2018 è scelta da Renzo Rubino per duettare nel brano Custodire al Festival di Sanremo.

Tony Tammaro, cantautore italiano, divenuto famoso per la composizione di canzoni parodistiche (fino al 2004 in napoletano, poi in italiano), che spesso prendono in giro la “tamarraggine”, ossia l’imitazione dello stile di vita delle “classi alte” da parte dei ceti popolari, oppure personaggi o vicende tipiche del ceto popolare.

La cantante Maria Nazionale, che ha collaborato molto con Nino D’Angelo: in diversi programmi televisivi hanno cantato insieme Senza giacca e cravatta, poi alla fine del 2009 recitano insieme in Lacreme Napulitane di Mario Merola e al Festival di Sanremo 2010 cantano in coppia il brano Jammo jà.

E poi ancora:

Patrizia Pellegrino – attrice, conduttrice televisiva, showgirl e attrice teatrale italiana.
Giuseppe (Pino) Maddaloni – Judo, oro olimpico
Patrizio Oliva – Pugilato, oro olimpico
Monica Sarnelli – Attrice
Vincenzo Picardi – Pugilato, bronzo olimpico
Patrizio Rispo – Attore
Irma Testa – Pugilato femminile, oro mondiali juniores
Gianni Molaro, stilista
Lisa Fusco, showgirl

Poi la politica.

Tra i primi ad aver annunciato la propria vicinanza vi è Luigi De Magistris, sindaco di Napoli.

«Saremo anche noi in piazza il 30 giugno accanto alle associazioni Lgbt a Pompei:» fanno sapere, poi, le senatrici del Movimento 5 Stelle Virginia La Mura e Paola Nugnes. Al Pompei Pride sarà presente anche la deputata del Movimento 5 Stelle Gilda Sportiello.

“Una politica nuova come antidoto alla repressione” – afferma, poi, il Forum dei Giovani di Pompei.

Questo il commento sull’evento: “Le elezioni dello scorso 4 marzo sono state storiche per il nostro paese. Più per l’evento in se i più bravi e i meno bravi hanno guardato al periodo immediatamente precedente a queste ultime. La campagna elettorale appena trascorsa ha riportato in auge il razzismo e l’omotransfobia. Ha sancito anche, tra le altre cose, il ritorno del fascismo come atteggiamento e approccio per la risoluzione dei problemi. Tutto inizia un po’ prima di questo periodo, già perché non hanno fatto sicuramente bene al nostro paese le leggi repressive emanate dall’ultimo governo. La repressione del decreto Minniti-Orlando sarà senz’altro al centro della nostra critica perché pensiamo che sia stato l’inizio di una deriva sempre più evidente del nostro paese e della sua tenuta democratica. Partendo dal razzismo di Macerata passando per le aggressioni omotransfobiche quotidiane che si muovono lungo lo stivale da una regione all’altra e finendo con gli atti intimidatori di vari partiti di chiaro stampo fascista in difesa della famiglia tradizionale, contro questa manifestazione che è il Pompei Campania Pride. Proprio per questo se la laicità è il tema principale, il collante per declinare le rivendicazioni, dietro di essa c’è la repressione. Per la prima volta un territorio come quello di Pompei conosce una manifestazione di tale portata così ricca di temi. Il contributo delle associazioni locali diventa così un valore aggiunto nella scrittura di questo documento, esse non si sono, forse, mai sentite così vive,  incluse in progetto ampio, partecipato e solidale. Il punto di vista territoriale lo offre il Forum dei Giovani Pompei, il quale si rifa direttamente ai principi Costituzionali, a quelli propriamente Europei e al suo statuto fondativo. Tra le sue aree di interesse il Forum inquadra quelle della politica come sviluppo dell’ambiente urbano, della partecipazione giovanile, dell’uguaglianza, della lotta alla violenza, alla discriminazione e all’eguale accesso alla cultura e ai diritti. Nei mesi precedenti all’organizzazione del Pompei Campania Pride, il Forum ha voluto parlare nelle sue sedi di discriminazione di genere e violenza sulle donne per rimarcare ancora una volta la direzione  che vuole seguire in materia di politiche giovanili. Consci soprattutto del fatto di avere davanti ai propri occhi un tessuto sociale variegato ed eterogeneo non sempre capace di raggiungere una sintesi nei luoghi decisionali, testimone esemplare è la politica comunale.  Consapevoli circa la frammentarietà del territorio il quale non sempre riconosce le differenze, la diversità, come valore aggiunto e molto spesso si chiude su se stesso isolando iniziative e persone. Per tutte queste ragioni il Pompei Campania Pride diventa un evento necessario, non solo per lo sviluppo del territorio dal punto di vista turistico ed economico ma soprattutto per la sua evoluzione culturale”.

“Una lotta per la democrazia e l’inclusione sociale sin dai luoghi della formazione” – afferma invece l’Unione degli Studenti Campania. Che poi dice: “Il punto di partenza per annullare le differenze e promuovere una effettiva uguaglianza parte senz’altro dai luoghi della formazione. Luoghi in cui l’Unione degli Studenti Campania lavora da anni non solo in chiave di sindacato studentesco ma anche nel ruolo di garante di qualsiasi diritto degli studenti. Non si tratta quindi solo di lotte per il movimento omosessuale, ma di una lotta collettiva per la democrazia e per l’inclusione sociale di tutte e tutti, a partire dall’abbattimento degli stereotipi di genere e dei pregiudizi omo•transfobici. Ecco, dunque che non possiamo accontentarci delle briciole, che non possiamo chiedere solo matrimoni e adozioni, che sicuramente sono importanti in termini di legittimità dell’esistente, ma dobbiamo avere il coraggio di costruire un movimento dal basso che sappia intrecciare le rivendicazioni storiche per la libertà. Libertà di essere e di amare unite a quelle dei lavoratori, degli studenti, dei migranti, dei disoccupati e dei precari. Crediamo infatti che il Pride e i percorsi che lo precedono abbiano un senso profondo e cruciale rispetto alla trasversalità delle lotte che si possono condurre. Questo perché il Pride non può non assumere il profilo di una presa di posizione collettiva, che riconnetta i percorsi e li tenga dentro al tema delle disuguaglianze in tutte le forme che esse assumono oggi, ponendoci in una condizione di subalternità e di marginalità rispetto all’esistente, il quale dobbiamo cercare di stravolgere e ricostruire tutti assieme in un’ottica inclusiva contro lo sfruttamento e l’esclusione. Ora più che mai è necessario creare un fronte di lotta comune e trasversale contro i vari fascismi che si nutrono reciprocamente dell’integralismo religioso, del patriarcato, oltre a quello tradizionalmente reazionario. Nell’epoca dello scontro tra povero e impoverito, tra ignorante e ignorato, tra servo e padrone, bisogna ricompattare il tessuto e unire le lotte che hanno la stessa matrice. Questa lotta diventa possibile solo contestando il modello preesistente stando sullo stesso fronte, rivendicando attraverso l’informazione culturale e la azioni sul campo lo spazio che viene sottratto giorno dopo giorno: non solo le lotte, ma anche chi ne prende parte, deve essere unito affinché nessuno rimanga più escluso è nelle scuole, nelle piazze, nel Pride, che si crea la consapevolezza di non lasciar definire la propria identità dallo sguardo degli altri. Crediamo sia necessario costruire uno piano di azione per la distribuzione di contraccettivi gratuiti agli studenti per una sessualità consapevole e accessibile senza barriere economiche! La lotta alle discriminazioni passa attraverso la lotta agli stereotipi e ai tabù sul sesso e sui nostri corpi. Siamo convinti che le scuole e le università rappresentino fondamentali cantieri per la costruzione di un modello più laico ed incisivo di cittadinanza. Crediamo che i libri di testo e la didattica siano ancora permeati di stereotipi legati al genere e alla sessualità, spesso associati a modelli di famiglia, vita affettiva e condotta sociale trovano nel loro carattere escludente e impositivo pochi elementi di laicità. Viviamo ancora la forte mancanza anacronistica di un serio programma di educazione sessuale curricolare per tutti gli istituti superiori, necessaria per garantire una cultura della sessualità sana, consapevole, rispettosa e inclusiva delle diversità. Pensiamo inoltre che i termini di democrazia e libertà di espressione non vadano confusi con legittimità di affermare idee e pratiche pregne di oscurantismo, disinformazione, discriminazione e violente nei confronti della dignità delle persone, tanto meno nelle scuole e nelle università. L’affermazione di teorie criminali come quelle inventate del “Gender” le quali non possono più essere accettate come semplice libertà di espressione. La mancanza di un’affermazione forte dei valori laici hanno invece semplicemente rallentato gli avanzamenti su queste tematiche, arrivando a dover assistere alla presenza di formazioni neofasciste davanti alle scuole”.

E poi il contributo politico programmatico al Pompei Pride da parte del PompeiLab: “Nell’ambito della società attuale in cui i rapporti personali tendono sempre di più ad atomizzarsi e in cui la figura del cittadino con i suoi bisogni, i suoi doveri e i suoi diritti ormai ha lasciato il posto alla figura del consumatore, per cui o hai i soldi per comprare o non sei niente, si sente sempre di più l’esigenza di luoghi di aggregazione. Posti e spazi dove ridare vita a rapporti personali non mediati da filtri tecnologici dove le idee e i progetti possano nuovamente essere portati avanti da uomini e donne in carne ed ossa con la possibilità di guardarsi negli occhi. Tale bisogno nasce anche dal fatto che osservandosi intorno i nostri territori sono pieni di spazi privati e luoghi pubblici lasciati in disuso. Tutto ciò entra in contraddizione stridente con il continuo sfruttamento del territorio che subisce da anni un continuo attacco a causa della corsa alle nuove costruzioni di unità immobiliari ed entra ancora i contraddizione con l’esigenza di socialità delle persone e con la carenza abitativa che interessa intere famiglie.
La situazione del comune di Pompei non è particolarmente dissimile dalla realtà di altri comuni del territorio presentando però delle specificità.

Il PompeiLab nasce proprio dall’esigenza da parte di alcuni cittadini di riappropriarsi di uno spazio lasciato in disuso da anni. L’area dove insiste l’associazione era in passato un ex depuratore dell’impianto fognario del comune. L’immobile è stato individuato e ristrutturato con il contributo di un bando regionale che aveva una durata di soli due anni. Sebbene troppe volte tali finanziamenti vengano utilizzati in maniera poco lungimirante (volendo trovare un forzoso eufemismo), la caparbietà e lo spirito di sacrificio ha fatto si che questo progetto riuscisse a durare ancora sino ad oggi. La struttura va avanti e si mantiene in maniera totalmente autonoma grazie all’autofinanziamento dovuto alle attività che si svolgono al suo interno e alle donazioni dei soci. Il PompeiLab è un centro di aggregazione culturale e sociale un po’ sui generis. Nasce senza una forte impronta di schieramento all’interno del panorama politico-partitico locale, diversamente da come è accaduto per alte situazioni, ma tale mancanza di ancoraggio politico predeterminato,nel tempo, ha avuto la libertà di schierarsi apertamente su rilevanti tematiche : la protesta contro l’apertura di una nuova discarica a Terzigno, il referendum sull’acqua pubblica e il movimento per la ripubblicizzazione dell’acqua all’interno della ATO3 e per il No al referendum Costituzionale del 4 dicembre. Da ultimo a favore delle libertà di genere.
Il PompeiLab è la testimonianza che un diverso modo di stare insieme è possibile. Il PompeiLab è la testimonianza che dei cittadini possono riappropriarsi di uno spazio e portare avanti iniziative culturali e di interesse sociale senza scopo di lucro.
Nel tempo e con alterni risultati si è comunque tentato di costruire all’interno del territorio vesuviano una sinergia con altri luoghi simili e con altre associazioni, sempre più convinti che fare rete sia l’unico modo possibile per crescere e rivendicare un diverso modo di essere cittadini.
La situazione che riguarda in maniera specifica il comune di Pompei è la presenza di un cospicuo patrimonio immobiliare di proprietà della Curia e, quindi, soprattutto negli ultimi anni, tali immobili lasciati in disuso o sottoutilizzati riguarda soprattutto questa realtà. È, a nostro avviso, giunto il tempo di unire le sinergie e di riutilizzare tali spazi in maniera diversa. La volontà è quella di poter aprire con la Curia una discussione con i cittadini di Pompei per riutilizzare tale patrimonio immobiliare lontano dalla bieca ottica del profitto.
La partecipazione al Pompei Campania Pride da parte della nostra associazione vuole anche sollecitare una visione da una diversa angolatura del rispetto e dell’ampliamento della sfera dei diritti civili. Tali giuste rivendicazioni devono comunque essere affrontate all’interno della più rilevante battaglia che è quella per il diritto di donne e uomini ad avere i mezzi per poter vivere una vita dignitosa. Tanto ci preme specificare perché una comunità che si rivendica in via principale il diritto al lavoro, il diritto alla scuola pubblica, alla sanità pubblica e il diritto ad un alloggio dignitoso è una comunità che intende veramente liberare l’individuo”.

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