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Stando a una nota dell’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione ‘A. Faedo’, esiste una percentuale dello 0,2% che frammenti della struttura, lanciata in orbita il 29 settembre 2011, cadano sulla nostra Penisola il 1 aprile 2018. Non si può escludere una contaminazione chimica di alcune parti che potrebbero toccare Terra. Ancora non si sa dove.
Secondo quanto riporta Repubblica: “La percentuale è solo dello 0,2% delle possibilità, ma esiste: secondo una nota dell’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione ‘A. Faedo’ del Cnr, l’impatto sulla Terra della stazione spaziale cinese Tiangong-1 è previsto per il giorno di Pasqua , il 1 aprile 2018, alle 10.25, ora di Greenwich, dunque le 12.25 in Italia, e potrebbe coinvolgere parte del’Italia, in particolare la zona compresa tra l’Emilia Romagna e Lampedusa. Nella nota viene illustrato in che modo avviene il rientro, quali sono i rischi e dove potrebbero finire i frammenti. Ma né la traiettoria esatta del rientro né il punto d’impatto sono però ancora certi: solo 36 ore prima della caduta si avremo maggiori informazioni sull’area che potrebbe essere interessata. E, nel caso fosse l’Italia, la conferma ci sarà con un preavviso sull’eventuale impatto attorno ai 40 minuti.
Tiangong-1 è stata la prima stazione spaziale cinese, lanciata in orbita il 29 settembre 2011. Nel novembre dello stesso anno è stata raggiunta e agganciata dalla navicella Shenzhou-8 senza equipaggio, mentre i primi tre astronauti sono saliti a bordo, trasportati da Shenzhou-9, nel giugno 2012, trascorrendovi 9 giorni e mezzo. Il secondo e ultimo equipaggio di tre astronauti si è agganciato alla stazione, con Shenzhou-10, nel giugno 2013, trascorrendovi 11 giorni e mezzo. Da allora Tiangong-1 ha continuato a essere utilizzata, senza equipaggio, per effettuare una serie di test tecnologici, con l’obiettivo di de-orbitarla, a fine missione, con un rientro guidato nella cosiddetta South Pacific Ocean Unpopulated Area (SPOUA), una specie di cimitero dei satelliti in una zona pressoché deserta dell’Oceano Pacifico meridionale. Purtroppo, però, il 16 marzo 2016, il centro di controllo a terra ha perso la capacità, pare in maniera irreversibile, di comunicare e impartire comandi al veicolo spaziale. Nei due anni trascorsi da allora, Tiangong-1 ha perciò perduto progressivamente quota. E a giorni precipiterà sulla Terra senza controllo, non potendo essere più programmata un’accensione dei motori per un rientro guidato”.
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