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Nella valigia lasciata in dono dal destino a Cosimo Sarli nel suo viaggio calcistico in giro per l’Europa, erano presenti in dono massiccio la vocazione agli assist, la pulizia del tocco, la precisione del lancio, la rapidità di pensiero, la forza dell’immaginazione (illa vis quae tandem est quae investigat occulta, quae inventio atque exogitatio dicitur? – che forza è quella che ricerca le cose nascoste, che è detta invenzione e immaginazione?) e un’arroganza tecnica a sostegno di un tutt’altro che trascurabile senso del gol. Cosimo Sarli arrivò a Scafati nell’estate del 2006 per ricoprire il ruolo di attaccante in una Scafatese rinnovata in tutti i reparti, ambiziosa e determinata a conquistare la promozione in Serie C2, con questa formazione base: Sorriso, Baylon, Santamaria, Cordua, De Franco, Ginobili, Marzano, Marasco, Cosa, Sarli, Spinelli. Presidente: Corrado Scarlato; Allenatore: Pasquale Esposito, dalla undicesima Egidio Pirozzi. Completavano la rosa, molto più di semplici riserve: Giuffredi, De Luca, Cozzolino, Caruso, Basile, Ferraro, Ambruoso, Coquin, Franceschelli, Ciardiello, De Rosa, Morale, Rabbito, Semplice.
Il campionato di Serie D 2006/2007 fu molto teso e avvincente, vissuto al cardiopalma, combattuto punto su punto con la mai doma formazione flegrea della Sibilla Cuma e caratterizzato, per lo più nella parte finale, da continui cambi in vetta alla classifica, con il giusto trionfo dei canarini nell’ultimo match stravinto per 6-3, contro il Pisoniano, tra le mura amiche del “Comunale 28 settembre 1943” (oggi “Giovanni Vitiello”), dopo un notevole dispendio di energie non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto da quello psico-emotivo.
Nelle librerie primeggiavano per copie vendute “Harry Potter and the Deathly Hallows” (“Harry Potter e i doni della morte”) e il “Terzo viaggio nel regno della fantasia” realizzato dal topo-giornalista Geronimo Stilton; sul prato verde del “Comunale 28 settembre 1943” di Scafati furoreggiavano Vincenzo Cosa, 32 gol in 30 gare, “la tigre” e Cosimo Sarli, 25 reti in 32 incontri, “l’illusionista”. Cosimo a volte spariva dai radar nemici e nascondeva il pallone agli avversari, trasportandolo in un luogo al confine tra l’avventura e l’incantesimo; in fondo, il calcio è fatto di magie e di illusioni e Cosimo Sarli era un illusionista. Come un ballerino che modellava i suoi movimenti, ipnotizzava compagni e avversari sperimentando accostamenti inediti, capaci di ricamare sogni, di evocare emozioni e suggestioni sempre nuove e di regalare ai tifosi la gioia di un calcio istintivo. Gli applausi scrosciavano; i percorsi che solo lui era in grado di immaginare, con una padronanza, una leggerezza e una delicatezza fuori dal comune nel trattare la sfera di cuoio, costituivano una miniera d’oro per il centravanti Vincenzo Cosa.
Questo il mio personale giudizio al termine dell’annata: “Semplicemente immarcabile; assist e giocate pirotecniche mixate con goal di pregevole fattura: quando il calcio è poesia”. Una stagione vale se diventa un ricordo, una favola da raccontare a chi non c’era; ci sono sfide che hanno bisogno di certi giocatori dotati di personalità, di coraggio, di altruismo e di fantasia; nella partita decisiva del 6 maggio 2007, ultima di campionato, Scafatese-Pisoniano 6-3 (3’ De Franco-S, 12’ Sarli-S, 41’ Giannini-P, 45’ Cosa-S, 52’ Muzzacchi-P, 58’ Giannini-P, 69’ Cosa-S, 82’ Santamaria-S, 90’ rigore De Luca-S) che consegnò la Serie C2 ai canarini, Cosa e Sarli (Batman e Robin, Batman che vince all’ultimo momento dopo una lunga e costruita tensione, Robin “il ragazzo meraviglia”, il suo incredibile aiutante, il suo asso nella manica) legarono un piccolo orlo del loro cuore a quel frammento di utopia, appassionando e coinvolgendo tutti i tifosi di quella generazione, fissando per loro un’eternità da far riemergere ogni qualvolta si ricorre alla nostalgia e diventando per sempre delle icone della nostra cultura sportiva-popolare.
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