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Articolo a cura di Guglielmo Formisano
Nel 2004/2005 la Scafatese del Presidente Cesarano (che l’anno prima aveva conquistato la Serie D grazie a una squadra dall’ottima intelaiatura, impreziosita dagli innesti di Franco Santaniello e Luca Scarano, rispettivamente primo e secondo nella classifica marcatori 2002/2003, e con il consueto apporto dei fratelli Antonio e Gaspare Infante) si apprestava ad affrontare il campionato con un acquisto significativo: il centravanti Fabio De Luca, proveniente dal Ragusa (Serie C2) il quale, nel 2000/2001, aveva anche esordito in Serie B, con la Salernitana, realizzando 2 reti in 8 gare. Scafati era guidata dal Sindaco di centro-sinistra Francesco Bottoni che, nelle Amministrative del 2003, aveva avuto la meglio al ballottaggio su Mario Santocchio con 15859 voti (60%) contro 10572 (40%), anche se cominciavano a verificarsi i primi contrasti tra i due principali partiti della maggioranza (Margherita e Democratici di Sinistra), contrasti che avrebbero poi favorito l’affermazione di Angelo Pasqualino Aliberti detto Pasquale alle successive Amministrative dell’aprile 2008. Era il periodo in cui gli azzurri conquistavano la medaglia di argento nella sciabola a squadra alle Olimpiadi di Atene 2004 e l’argento ai Mondiali di Calcio a 5; a novembre 2004 veniva a mancare Yasser Arafat, Nobel per la pace per il ruolo rivestito nella riappacificazione dei Territori Occupati della Cisgiordania e della Striscia di Gaza e per quello ricoperto nel riconoscimento al popolo palestinese del diritto a uno Stato proprio. Il 15 febbraio 2005 nasceva YouTube che, con il suo slogan “Brodcast yourself – Trasmetti te stesso”, arrivò ben presto a meritarsi la fama di TV del terzo millennio: nella mente di milioni di persone scattò subito un meccanismo destinato a fare la fortuna del sito: si faceva un video e la prima cosa che si pensava era di pubblicarlo al più presto su YouTube, con la possibilità di arrivare sulla notizia prima dei giornali e delle TV.
Anche Fabio De Luca non impiegò molto per entrare nel cuore dei tifosi; il 19 settembre 2004, terza giornata del Campionato di Serie D, Girone G, Scafatese-Turris 1-1, De Luca portò in vantaggio i canarini al minuto 33: “È ancora il folletto Antonio Infante a tagliare la difesa ospite riuscendo dalla sinistra a pennellare un rasoterra nell’area piccola dove De Luca non può far altro che depositare in rete”. Se osserviamo attentamente la classifica dei migliori goleador di tutti i tempi della Scafatese, Fabio De Luca occupa il quinto posto in graduatoria (43 reti in 142 partite) dopo Raffaele Acunzo (114 reti in 156 partite), Mauro Adiletta (65 reti in 49 partite), Salvatore Russo (49 reti in 69 partite) e Gerardo Federico (44 reti in 168 partite); ma, se teniamo conto delle reti realizzate a partire dalla Serie D in su (quindi con maggiore coefficiente di difficoltà), De Luca è il primo in assoluto. Pier Paolo Pasolini affermava: “Ogni gol è sempre un’invenzione, una sovversione del codice: ogni gol è ineluttabilità, folgorazione, stupore, irreversibilità”. E, come le sue reti, da un punto di vista delle caratteristiche e dello stile di gioco, De Luca appariva difficilmente incardinabile in logiche predefinite e schematizzate; somigliava, infatti, a tratti a Cézanne, geometrico e severo, a momenti a Renoir, gioioso e sentimentale; i suoi goal declinavano un paradigma musicale paragonabile alle tonalità in “maggiore” di Mozart, in quanto esprimevano atmosfere e sensazioni limpide e luminose. Fabio abbinava alle sue “doti tecniche” generosità, precisione, personalità, coraggio, temperamento, esplosività muscolare ed energia, che facevano di lui un vero leader di elevata dimensione calcistica, al quale la squadra si aggrappava nei momenti di difficoltà e alla quale trasmetteva la sua carica. Alcune sue reti risultavano “essenziali”, senza nulla di superfluo, di marxiana sovrastruttura, ed erano reti “pesanti”, determinanti, decisive e risolutive, in grado di regalare ai tifosi emozioni straripanti e attimi che non si dimenticano, con il campo che restava a lungo avvolto nell’eco dell’urlo proveniente dagli spalti. La stagione 2004/2005 fu molto tormentata e tribolata, con la Scafatese impegnata nella lotta per non retrocedere; sulla panchina si avvicendarono ben tre allenatori (Giampiero Nocera, dalla settima Lorenzo Salvatore, dalla diciassettesima Claudio Pirone, dalla ventiquattresima di nuovo Giampiero Nocera); alla trentesima i gialloblé, grazie soprattutto alle 10 marcature di Fabio, agganciarono la Puteolana a quota 24, la superarono alla penultima giornata e si garantirono l’accesso ai play-out. Il 29 maggio 2005, allo stadio “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia, andò in scena la “gara uno” dei play-out, Scafatese-Viribus Unitis 1-0: “Se lo aggiudica la Scafatese il primo round nella doppia sfida contro la Viribus Unitis per la permanenza in Serie D. i ragazzi di Nocera superano la squadra di Cioffi proprio allo scadere, grazie alla rete del bomber Fabio De Luca sempre più decisivo in questo finale di stagione … Ma quando tutto faceva supporre un risultato a occhiali, giungeva la meritata rete della Scafatese; l’assist era di Varriale e la conclusione di testa di De Luca sigillava una vittoria che vale oro per i canarini”. Il 9 giugno 2005, vincendo 2-1 in trasferta (reti di Raffaele Ambruoso e Gaspare Infante), gli uomini del Presidente Cesarano conquistarono la meritata salvezza grazia al ruolo da protagonista di Fabio De Luca che, fin dal primo istante, aveva dimostrato di essere un campione che avrebbe lasciato il segno in maniera indelebile e che sarebbe entrato di diritto a far parte del nostro “ecosistema sentimentale”, un campione indimenticabile come i suoi gol in tonalità “maggiore” essenziali, pesanti e dalla visione illuminista, che non passeranno mai di moda e che mai saranno oscurati dall’incedere del tempo.
Articolo a cura di Guglielmo Formisano
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