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La mediocrazia della politica è causa di malgoverno

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Il mediocre ha nuove pretese: non è solo in cerca di favoritismi e compiacenze, ma tenta di essere protagonista della politica per garantirsi un reddito.

Giorgio Gaber in un suo vecchio monologo ci offriva una riflessione critica sul rapporto tra  “democrazia e la qualità della politica”. Egli si interrogava sul ruolo del politico di qualità e la qualità democratica. In particolare diceva che poiché in democrazia c’è bisogno di numeri, per allargare il consenso bisogna scendere alla portata di tutti. Quindi, non di rado, capita che il politico di qualità è costretto ad abbassare “l’asticella” per ottenere i voti, adeguandosi alla psicologia di un certo elettorato poco consapevole dell’importanza del proprio voto con discorsi demagogici e soprattutto parlando alla loro pancia.

Resta inteso che la qualità non è nemica della democrazia, però in un contesto sociale in cui l’elettore è disattento o scoraggiato, quindi meno disposto a informarsi e fare scelte di voto più oculate, trovano spazio cattivi politici in termini di competenza con il conseguente ribasso qualitativo della rappresentanza politica.

Quanto più bassa è la qualità della rappresentanza politica tanto più basso sarà il valore dello status sociale.

Quando un luogo è governato da cattivi politici, la reputazione e il prestigio diventano stigma; di conseguenza sarà sempre minore la volontà delle persone migliori nel mettersi in gioco alle competizioni elettorali.

Certo è una rappresentazione semplicistica ed estrema della realtà, ma sicuramente veritiera in tanti casi. Un quadro piuttosto desolante sulla capacità del popolo nell’esprimere una classe politica capace, lo riscontriamo soprattutto nelle amministrazioni comunali.

Il degrado della classe politica, non dimentichiamolo, dipende anche e soprattutto dal livello culturale dell’opinione pubblica. Di questo ne possiamo essere consapevoli: basta osservare alcuni “personaggetti” eletti nei vari consigli comunali a noi tanto noti.

Allora perché lamentarsi contorcendoci in spiegazioni funamboliche poco realistiche? Contrariamente, invece, cerchiamo di migliorare la società sia sotto l’aspetto civico che culturale, investendo più sull’istruzione e sulla scuola per alzare la cosiddetta “asticella” ed avere un cittadino più informato e partecipe.

Il benessere di una collettività dipende fortemente dalla capacità di esprimere rappresentanti che siano migliori della «media» per competenze e qualità morali.

Nessuno può negare il crollo della qualità della nostra classe politica locale che abbiamo avuto in questi ultimi anni, con la consapevolezza, però, che vi sono politici autorevoli e credibili i quali alzano “l’asticella”, anche se sono, purtroppo, delle vere “mosche bianche”.

Comunque non c’è niente di più bello della “democrazia”, poiché essa costituisce l’unico strumento che può garantire all’uomo la propria libertà, pur con tutti i difetti che presenta.

Alberto Voccia

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