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Una foto, una storia: Franco Pagano, l’extraterrestre.

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Nella foto, una formazione della Scafatese basket del 1970/71, seconda classificata nel campionato di Promozione. In piedi, da sinistra: Paduano, Fantini, Alison, Coppola, Chirico, Zampano (Allenatore), Bufalo. Seduti, da sinistra: Gentile, Franco Pagano, Giovanni Saulle, Giorgio.

Spesso, di notte, alzando lo sguardo e fissando le stelle che brillano nel cielo, ci sorge spontanea una riflessione: Siamo soli, o c’è qualcuno nello spazio? Volava per davvero Franco Pagano sul campo di basket della Villa comunale, agli inizi degli anni settanta, e ci faceva quasi sorgere un dubbio, quello di poter pensare di dare una risposta affermativa alla suddetta domanda. Franco nasce a Scafati il 1/01/1952, quando la musica rock comincia ad affacciarsi alla ribalta e a dare uno scossone al perbenismo, e inizia a giocare a pallacanestro nel 1967/68, convinto dall’amico Bruno Di Lallo, nella Virtus, squadra di Francesco Malafronte, in Prima Divisione. Tale squadra, con la scomparsa del Circolo Universitario, è l’unica esistente a Scafati, prima della nascita del Centro Sportivo Scafatese, in cui Franco si trasferisce l’anno seguente.All’inizio, la sua carriera è “parallela” a quella di Giovanni Chirico; infatti, nel 1969/70 vince il Campionato di Prima Divisione e il successivo Concentramento Regionale e, due anni dopo, nel 1971/72, conquista la promozione in Serie D. Nella foto, relativa al mese di dicembre 1970, Franco indossa la maglia numero 10, ed è seduto a fianco di  Bino Gentile (n. 11), Giovanni Saulle (n. 12) e Giovanni Giorgio (n. 5); in piedi, da sinistra, si riconoscono Gigetto Paduano, Carletto Fantini, Pasquale Alison, Giuseppe Coppola, Giovanni Chirico, l’allenatore Zampano e Aldo Bufalo. Mancino terribile, ottimo tiratore, che associa alla tecnica l’istinto del killer, grandissimo contropiedista, Franco risponde sempre “presente” nei momenti più difficili; versatile e velocissimo, “esce dai box” prima di tutti, senza più guardarsi indietro, e va a depositare la palla a canestro distanziando i difensori di almeno tre-quattro metri.Con lui in campo non si comprende il significato della parola noia; sa cogliere l’attimo fuggente e, come il brandy “Vecchia Romagna Etichetta Nera”, è in grado di creare “un’atmosfera” e un’alleanza emotiva con gli spettatori. I suoi punti di riferimento sono Carlos Dell’Aquila, play, e Manfredo Fucile, tiratore puro, dalla classe cristallina. Franco gioca sempre nella Scafatese, fino al 1978/79, quando contribuisce, in maniera determinante, alla promozione in Serie C2. Sandro Pertini viene eletto settimo Presidente della Repubblica Italiana, Karol Wojtyla diventa il primo papa polacco della storia, la Synudine Bologna di Caglieris, Cosic e Villalta, sconfiggendo in finale la Billy Milano, diventa Campione d’Italia. E, proprio contro Caglieris, allora nelle Forze Armate, in un torneo estivo organizzato nel 1973, Franco aveva disputato una partita eccezionale, mantenendo il risultato aperto fino agli ultimi istanti della gara. Nel 1980/81, con Giovanni Chirico vice-allenatore ed Enzo Tarantino allenatore, è di nuovo protagonista della risalita in Serie C2; questo, però, è l’ultimo anno di Franco in maglia giallobleu; prima di lasciare, passa il testimone al fratello Antonio e ai figli Fabio e Marco. Nel 1981/82 si trasferisce ad Angri, dove è determinante per la vittoria del campionato e per il passaggio in Serie D dei grigiorossi; poi, grazie alla sua smisurata passione per il basket, continua a giocare fino a 40 anni, di nuovo a Scafati, in Promozione, e continua a regalare ai tifosi giocate entusiasmanti e canestri indimenticabili. Franco Pagano può essere considerato, a ragione, l’anello di congiunzione tra una pallacanestro dalla dimensione spensierata e il successivo basket professionistico, più scientifico e impegnativo, un atleta al quale tutti gli spettatori avrebbero affidato il tiro decisivo per la loro vita: sicuri che lui, l’extraterrestre, non lo avrebbe sbagliato.

Guglielmo Formisano

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