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“Alberi di Natale”, quale sostenibilità? Dalla tradizione allo spreco di massa

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Uno dei simboli del Natale è senz’altro l’abete, essenza tipica dei paesaggi alpini e delle terre fredde dell’emisfero settentrionale, divenuto parte integrante della tradizione dei popoli del Nord Europa, considerato simbolo di forza e di vita nelle credenze pagane. Anche il cristianesimo, probabilmente a seguito di una mescolanza con i riti della tradizione pagana, lo assunse come simbolo di vita e del Santo Natale.  Mentre, nel settecento nel mondo cristiano si diffondeva nelle case la cultura del presepe diventando il simbolo per antonomasia della natività, nei paesi al Nord del Reno l’abete entrava nelle case per essere addobbato per allietare le lunghe notti del periodo natalizio. Ed è a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso che l’albero di Natale  è entrato sempre di più nella tradizione cristiana dei Paesi occidentali e anche negli ingranaggi del culto del consumismo.

L’albero di Natale, insieme al presepe, sono simboli di questo periodo, e quindi in tema di sostenibilità è opportuno fare delle valutazioni su quale scelta sia migliore per tutelare l’ambiente, per cui delle riflessioni vanno fatte prima di acquistare un albero da addobbare in ragione delle sue dimensioni e del suo utilizzo e della sua sostenibilità.

Un luogo comune che non si riesce a sfatare, è quello che l’albero di Natale artificiale è più ecologico di quello naturale, ciò non è vero, in quanto gli alberi naturali non provengono da disboscamenti di aree forestali. Infatti, quest’ultimi vengono coltivati in aziende agricole per poi essere destinati alla vendita.  Inoltre, è bene ricordare che svolge la funzione importantissima di assorbire naturalmente anidride carbonica e rilasciare ossigeno.

Gli alberi sintetici hanno un impatto ambientale maggiore rispetto a quelli naturali coltivati nei vivai, in quanto realizzati in PVC, una materia plastica che rilascia particelle cancerogene specialmente in fase di produzione e di smaltimento. Essendo importati, comportano anche il consumo di petrolio e liberano gas ad effetto serra per la loro realizzazione e il trasporto.

Secondo Coldiretti, gli alberi finti inquinano fino a 10 volte di più di quelli veri ed è stato rilevato che ogni anno in Italia vengono venduti circa 5 milioni di alberi di Natale in plastica.

La deriva climatica ci impone un cambiamento radicale in molte scelte della nostra vita e quindi la scelta non può non ricadere sugli alberi vivi che producono vita.

Compriamo gli alberi di Natale naturali e dopo le feste mettiamoli a dimora in aiuole, parchi, o negli angoli della città dove vegetano le erbe infestanti: piantare un albero è un gesto tanto semplice quanto importante, facciamolo assieme ai nostri figli e ai nostri nipoti.

Buon Natale e Buon Anno.

Alberto Voccia

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