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Fisioterapia. L’epicondilite, nota anche come “gomito del tennista”, consigli dal dott. Apuzzo

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L’epicondilite è un’infiammazione dolorosa dei tendini che collegano i muscoli dell’avambraccio alla parte esterna del gomito. Questa condizione è nota anche come gomito del tennista, considerato che il tennis, è l’attività sportiva che espone a maggior tensione le strutture muscolo-scheletriche interessate dal disturbo. L’epicondilite laterale è spesso determinata da un sovraccarico funzionale, cioè da un uso eccessivo e continuato del gomito, e non va intesa come una patologia che riguarda solo un piccolo gruppo di sportivi, ma riguarda anche chi sta molto tempo con gli arti superiori fermi, nella stessa posizione per altri motivi, come un dattilografo, un pianista o uno scrittore che usi la tastiera. In genere i medici consigliano di cercare di prevenirla, riscaldando sempre bene le articolazioni prima di dedicarsi a degli sforzi intensi, come il culturismo, il power lifting, altri tipi di sport o lavori di natura manuale. Si tratta di un disturbo di carattere invalidante, che, qualora non affrontato con la giusta terapia, può cronicizzare. Il periodo di massima insorgenza è quello compreso tra i 30 e i 50 anni di età, anche se chiunque può essere colpito, qualora sia esposto ai relativi fattori di rischio.
L’epicondilite si manifesta con dolore a insorgenza brusca o graduale, localizzato in un punto laterale del gomito. Il dolore può aumentare la sera, dopo la giornata lavorativa. Solitamente la sintomatologia diventa più intensa per entità e durata, con maggior impaccio funzionale e riduzione progressiva dell’attività lavorativa, fino ad una vera e propria impotenza funzionale antalgica. Spesso compare anche una certa debolezza della presa che, nei casi più gravi, può rendere impossibili o difficili gesti quotidiani come: sollevare un piatto o un bicchiere, versare l’acqua da una caraffa o da una bottiglia, stringere la mano, aprire una serratura o strizzare un panno bagnato.
Gli esami strumentali come la radiografia,Tac, risonanza magnetica e l’ecografia, possono essere utili, valutando caso per caso, per escludere altre affezioni a livello del gomito che possono entrare in diagnosi differenziale o per confermare la diagnosi di epicondilite.
Le terapie più utilizzate per combattere l’epicondilite sono varie (è essenziale che qualunque trattamento si applichi, sia associato a riposo del muscolo interessato, fino alla risoluzione del disturbo) si passa da una terapia topica con antinfiammatori sotto forma di pomata, gel o schiuma, ad applicazioni di ultrasuoni, ionoforesi, crioterapia, magnetoterapia, terapia con onde d’urto, laserterapia, tecarterapia, mesoterapia ed infiltrazioni locali con corticosteroidi.
I rimedi “casalinghi” più efficaci sono lo stretching, che può essere statico o dinamico. La crioterapia, ovvero la terapia col freddo, utile nella riduzione del dolore e dell’infiammazione muscolare, che va eseguita 2 o 3 volte al giorno. Nota Bene: Il ghiaccio non dev’essere applicato direttamente; al contrario, va inserito in una borsa contenitiva con acqua e applicato interponendo un panno di lana a protezione della pelle. Impacchi caldi i quali aumentano il flusso di sangue e possono velocizzare il recupero delle lesioni tendinee. Non vanno utilizzati in presenza di lesioni vascolari. Tutori, bendaggi e fasciature sono strumenti che talvolta si rendono utili per la riduzione dei sintomi. Hanno la funzione di ammortizzare gli urti e accompagnare il movimento. Nota bene: Nella pratica sportiva non possono essere molto stretti; al contrario durante il lavoro è possibile serrarli  più energicamente facendo attenzione a non compromettere la circolazione.
Affidarsi a professionisti qualificati è sempre la miglior “CURA”.

Dott. Biagio Apuzzo
Fisioterapista e Chinesiologo

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