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OPERAZIONE A NEW YORK, IL RACCONTO DI GIADA: “LA SCELTA GIUSTA”

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A circa due mesi dalla partenza per New York di Giada, una ragazza scafatese affetta da una rara malattia, vi proponiamo il racconto dell’intero viaggio scritto proprio da lei e pubblicato sulla pagina “Operazione New York”.

“3 Gennaio 2018. Credo che quella giornata non potrò mai dimenticarla, come del resto è rimasta impressa nel mio cuore la data della mia primissima operazione 13 Settembre 2010. Chi mi conosce e si stupisce, poche volte racconto ciò che mi succede. Sono estremamente socievole ma allo stesso tempo estremamente riservata. Preferisco ascoltare gli altri, aiutarli e fare qualcosa per loro anziché mettermi io al centro dell ‘attenzione e parlare di me. Ma questi mesi ho dovuto fare ben altro, questi mesi mi hanno completamente stravolto. Ho dovuto raccontare a tutti la mia storia e condividere con persone che non conoscevo i miei stati d’ animo, i miei pensieri e questa mia avventura. Ma non me ne pento, perché proprio loro mi hanno capita e supportata come nessun altro.

A dire la verità l’hanno fatto davvero in molti, in modo sincero ho ricevuto sempre bei messaggi che mi hanno dato la carica di essere forte e di combattere mentre intorno a me vedevo solo crollare mattoni.. Dottori italiani, nonostante fossero illustri dottori Italiani, che non mi comprendevano e l’incertezza di andare in America non era poca ma enorme. L’ America é troppo lontana e scegliere di iniziare un percorso con un dottore per tutta la mia vita chilometri lontani da me mi metteva molta paura. Ma un giorno l ‘ho capito che era lui, il dottore italo – americano, la mia speranza e la mia luce, mi sapeva dare sempre tutte le risposte che volevo, ho costruito insieme a lui un puzzle e rimanevo soddisfatta ogni volta che gli chiedevo qualcosa. E allora mi sono caricata di forza e ho convinto me stessa e la mia famiglia che sarebbe stata la scelta giusta. Scusate mi correggo, ad oggi convinta dico :” è stata la scelta giusta!” Mi ha salvato la vita. Adesso cammino, uso il braccio destro e ho sensibilità in molte parti del corpo che per tanti anni non ho avuto. La mia famiglia è stata la mia ancora di salvezza , un qualcosa che è impossibile da spiegare, un unione e un ‘amore capace di affrontare tutto. Ma molto difficile è stato quando ci siamo dovuti separare perché era giunto il momento .

Gli ultimi giorni prima della partenza ormai non dormivo più, non vedevo l’ ora di partire, di camminare, di uscire, non lo so cosa mi girava per la testa sapevo solo che dovevo partire e basta perché il tempo stava passando ed io stavo realmente peggiorando. Ma tutta questa adrenalina quando ho dovuto la mattina salutare le mie splendide sorelle, nipotino, cognati, amici e soprattutto mio padre per andare a prendere l ‘aereo è mancata un po’. Stavo lasciando in Italia un grande pezzo del mio cuore che non mi avrebbe accompagnato fisicamente in questa avventura incredibile fatta di incertezze ma anche di tanta speranza. Arrivato il giorno dell’operazione del tutto esilarante , entro in sala operatoria, nonostante tutte le avvertenze e rischi dell’operazione dette dall’ anestesista e dai dottori ( devo ammettere che hanno usato molta poca delicatezza, sinceri al 100%) con un grandissimo sorriso e gli occhi molto lucidi, bacio mamma e mi portano in sala operatoria. L ‘ intervento è durato ben 16 ore.. Un mega, grandioso intervento.. Vi lascio solo immaginare la paura e la disperazione della mia famiglia increduli di tutto quel tempo e ignari di ogni notizia. Avevo lí a NY con me un bel team mamma, mia sorella Alessia e il mio fidanzato. Una squadra al di poco strepitosa, ne abbiamo combinate di tutti i colori, le risate non sono mancate con gli infermieri e con i dottori ma vi assicuro che nemmeno i litigi americani sono mancati. Gli italiani si sanno distinguere da tutti e noi ci siamo fatti conoscere per le bellissime persone che siamo. Una notte e poco più in terapia intensiva, 5 giorni nella stanza (ovviamente il team è stato sempre unito, concedevo solo una pausa caffè , volevo che stavano sempre con me.. Erano la mia forza ) e il sesto giorno? Siamo scappati letteralmente dall ‘ospedale ero pronta a tornare alla Ronald McDonal House , una grandissima casa che accoglie gli ammalati e li fa sentire vivi e felici nonostante lo strazio interiore. In tutto questo il resto della famiglia che era rimasta in Italia credo che ancora non si siano ripresi da quando mi hanno vista ballare e rimanere su di un piede da sola all’aeroporto di Napoli. Perché si certamente sono venuti tutti all’aeroporto a prendermi. Anche il mio nuovo nipotino che era nato solo da 5 giorni.

Giunta in Italia non potevo che avere il regalo più bello per me, avere di nuovo la mia famiglia riunita, ci siamo mancati troppo. Ringrazio mia sorella Alessia che magicamente ha portato dentro di sé anche Elena, Serena e Vanessa.. ha dovuto caricarsi di energie e sostenermi come non mai per non farmi sentire la loro mancanza. Ringrazio la mia mamma, la persona più speciale che c’è in questo mondo, mi ha sempre consolato nei momenti più brutti e di tristezza totale, anche quando diventavo molto antipatica lei non si arrabbiava mai con me mi abbracciava solamente .Ringrazio il mio fidanzato che ha confermato tutte le cose belle che pensavo di lui e mi ha dimostrato che il vero amore esiste. Detto ciò ora sono a casa, doloretti ancora molti… La cicatrice fa male soprattutto quando il tempo è brutto, i muscoli del collo idem.. Ma passeranno sicuramente e mi ripeto che ci vuole solo ancora tanta pazienza. Una pazienza che ammetto che a volte mi manca e le quattro mura di casa mia mi stanno strette vorrei riprendere già a pieno la mia vita ma non è così.. Per tre mesi porterò un collare blu..un po’ fastidioso ma il mio nipotino di due anni appena lo tolgo mi insegue per tutta la casa e mi costringe a rimetterlo, solamente giocando con lui riesco ad indossarlo per più tempo . Poi dovrò fare fisioterapia al collo una volta scaduti questi tre mesi.

La notte ancora un po’ mi terrorizza, la paura di stare male di nuovo, di rincontrare questo mostro è presente , perché si certo mica ti avvisa che viene a disturbarti. Ringrazio ancora a tutti, con il cuore. Ringrazio per chi mi dice di essere stato un esempio per loro ma io vi assicuro di aver fatto quello che semplicemente ogni ammalato farebbe per riprendersi la propria vita in mano. Ringrazio tutte le persone che hanno pregato per me. Il 3 gennaio ogni telegiornale parlava di questa meravigliosa nevicata a NY, saranno mai state tutte le vostre preghiere?? Credo di sì, mi fanno assolutamente portato fortuna . Grazie a tutti.. Vostra Giada!”

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